La storia del territorio
Se pensiamo alla cultura ed arte siciliana ci vengono subito in mente i grandiosi templi greci a Selinunte, Segesta ed Agrigento ed ai teatri greci di Taormina e Siracusa. Grazie alla sua posizione geografica, la Sicilia ha sempre avuto un ruolo di mediazione tra Oriente ed Occidente, il che si riflette anche nell'arte siciliana. Monumenti fenici, arabi e bizantini, scavi ed opere d'arte si trovano qui accanto a mosaici e ville romane, castelli e cattedrali normanne ed intere città barocche.
PALERMO “La più bella e la più grande metropoli del mondo”. Così descrive Palermo lo storico arabo Al-Idrisi (1099-1164 circa). Lo splendore di Palermo inizia nell’831 con la conquista da parte degli Arabi e con la sua conseguente elezione a centro di cultura e sviluppo del Mediterraneo. La città, sede di un emirato, ospitava innumerevoli moschee e palazzi residenziali della nobiltà musulmana. Con la conquista Normanna del 1072, Palermo divenne il centro più popoloso dopo Costantinopoli. I Normanni, diedero avvio ad un fiorente sviluppo economico e culturale e la elessero a capitale del Regno. A reggere le sorti dell’isola furono Ruggero a cui succedettero Guglielmo I (1154-1166) e poi il figlio, Guglielmo II (1166-1189). Nella città cosmopolita si parlavano latino, greco, arabo, francese e in quegli anni, iniziò ad introdursi la lingua volgare attraverso i canti e le poesie dei trovatori. La politica arguta dei Normanni riuscì ad adattare sistemi amministrativi e giuridici solidi tenendo conto delle varie etnie e culture coesistenti in Sicilia. L’avvento di Federico II segnò per la città di Palermo una importante rivoluzione culturale e politica. Al sovrano si deve, tra l’altro, di aver contribuito alla nascita della lingua volgare Italiana, grazie alla importante produzione poetica e letteraria di quegli anni. E’ proprio grazie alla “Scuola Poetica Siciliana”, nata durante il regno Federiciano, che si deve la nascita del sonetto. Con la morte di Federico, la città perde il suo ruolo primario nel bacino del Mediterraneo. Sono gli Angioini (1266-1282) e poi gli Aragonesi (1282-1409) a prendere in mano le sorti della città. Con gli Angioini inizia un periodo vessatorio per la nobiltà e la popolazione e Palermo cede a Napoli il ruolo di capitale. Palermo insorge nel 1282 con la celebre guerra del Vespro e caccia i Francesi dall’isola. Ormai Palermo è nell’orbita spagnola: dapprima come regno vassallo e poi, dal 1409, come dominio diretto degli Aragonesi. La città pian piano si spopola e subisce una involuzione ed un periodo di stasi dal punto di vista urbanistico. I quasi tre secoli di dominio spagnolo segnano la rinascita della città: vengono chiamati artisti, stuccatori e decoratori ed eretti sontuosi monumenti (ad es. la Fontana Pretoria). Viene ampliata la estensione della città e prolungato il Cassaro fino al mare. Dopo una breve parentesi di dominazione Sabauda e Austriaca, gli Spagnoli, con Carlo III tornano a governare la Sicilia non pi come stato vassallo della Spagna ma come stato autonomo del regno di Napoli. La nobiltà erige meravigliose regge e palazzi. Grazie a Ferdinando IV vengono incoraggiati gli studi scientifici e viene istituito, tra gli altri,il maestoso orto botanico nella via Lincoln. Nel settembre del 1866, la città è teatro di sanguinosi moti antigovernativi. Vengono avviati i lavori di costruzione dei due principali teatri della città, il Teatro Massimo ed il Teatro Politeama.